Il magazzino automatico: quando l’automazione incontra la logistica industriale
Nell’universo dell’automazione industriale, Ferrazza ha saputo anche esplorare e specializzarsi nella progettazione e realizzazione di soluzioni bordo macchina e software per l’automazione della logistica industriale automatica. Che si tratti di un magazzino automatizzato o di un carroponte comandato a distanza, Ferrazza vanta non poca esperienza nella fornitura di sistemi di controllo e gestione per la logistica industriale.
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I cobot o robot collaborativi
Un cobot (o robot collaborativo) è un robot pensato per interagire direttamente con un operatore umano in uno spazio condiviso. Vediamo già che la prima grande differenza tra un cobot e un robot è appunto la possibilità per i cobot di poter lavorare a stretto contatto con degli operatori umani in sicurezza, senza dover essere isolato o protetto da barriere.
Il primo cobot fu inventato nel 1996 da due professori della Northwestern University: J. Edward Colgate e Michael Peshkin, che brevettarono questo “apparato e metodo per le interazioni fisiche dirette tra una persona e un manipolatore a uso generale controllato da un computer” [Cobots, US Patent 5.952.796] nel 1997.
I vantaggi dei collaborative robots
Dalla prima comparsa di un cobot, molte industrie hanno quasi subito incorporato questi sistemi robotici nelle loro filiere produttive, specie se si tratta di lavori a catena ripetitivi. Uno dei vantaggi fondamentali dei cobot, infatti, è che sono in grado di ripetere lo stesso movimento, la stessa operazione per ore, più e più volte con la massima precisione. Con un grado di ripetibilità intorno al decimo di millimetro, i cobot sono perfetti per eseguire operazioni scomode e delicatissime per un lungo periodo di tempo, cosa che anche l’operatore umano più esperto faticherebbe a fare. Questa loro capacità, però, non è solo un vantaggio che permette di ottenere risultati costanti, ma è un vantaggio anche per la salute dell’operatore umano. Un operaio affiancato da un cobot non sarà più costretto a restare per ore in posture forzate, magari con carichi pesanti o maneggiando prodotti pericolosi. Un sistema robotico collaborativo, insomma, è perfetto per quei lavori ripetitivi, monotoni e pesanti che non richiedono un intervento umano diretto, mentre gli operatori “non robotici” possono occuparsi di funzioni più specifici.
Cobot diversi per diversi impieghi
A proposito di collaborazione tra robot e operatori umani, la International Federation of Robotics (IFR), ha definito quattro livelli di collaborazione tra robot industriali e operatori umani:
- Coesistenza: operatore umano e robot lavorano insieme senza barriere che li separino, ma non condividono uno stesso spazio di lavoro;
- Collaborazione sequenziale: umani e robot lavorano attivamente in uno spazio di lavoro condiviso, ma i loro movimenti seguono una sequenza e non lavorano su un componente allo stesso tempo;
- Cooperazione: robot e uomo lavorano sullo stesso componente allo stesso tempo;
- Collaborazione reattiva: il robot risponde di conseguenza ai movimenti dell’operatore umano.
Che differenza c’è tra robot cobot e robot industriali?
Un robot viene spesso tenuto in una posizione fissa, occupa più spazio ed è fisicamente più massiccio di un cobot, tanto da necessitare di barriere di sicurezza. Un cobot è più compatto, leggero e occupa meno spazio, oltre ad essere progettato apposta per collaborare e interagire con le persone.
Per quanto riguarda la sicurezza, invece, i cobot non necessitano di barriere di sicurezza, ma sono dotati di sensori che possono fermarli automaticamente se rilevano un ostacolo o un elemento alieno (ad esempio una mano, uno strumento dimenticato, ecc.).
Dal punto di vista della programmazione, i cobot sono programmati in maniera più semplice, così che anche la maggior parte degli operai possa dare loro indicazioni. Per i robot comuni, la programmazione dipende dal loro fornitore e ciascuna casa produttrice ha il suo modo di programmare un robot.
Cosa fanno adesso i cobot?
I robot collaborativi cobot stanno vedendo una crescita e un uso costante nei vari processi industriali.
Infatti la Comunità Europea, abbozzando delle linee guida per l’Industria 5.0, ha incluso l’uso dei cobot in quegli incarichi che tendono a gravare sulla salute di un operatore umano. Questo vuol dire che non ci sarà più bisogno degli operai su una linea produttiva? No, semplicemente i cobot affiancheranno gli operai in quei lavori troppo pesanti e verranno aiutati dagli operai in compiti più specifici. In questa nuova rivoluzione industriale, gli operai collaboreranno e coesisteranno in uno spazio lavorativo condiviso in piena sicurezza.
Cobot domestici
Va anche fatta una distinzione tra i cobot industriali e i cobot domestici. È abbastanza recente la notizia che molte case produttrici stiano creando dei cobot pensati appositamente per lavorare a stretto contatto con gli umani e a relazionarsi con essi. I cobot potrebbero anche fare la loro comparsa in una corsia di ospedale o, se pensiamo al periodo attuale, possono potenzialmente sostituire alcuni operatori nei reparti covid, riducendo il rischio di esporsi all’infezione e di ammalarsi. In Giappone, riporta Reuters, si sta addirittura pensando di integrare i cobot tra il personale delle case di riposo, così da poter seguire meglio gli ospiti e fare compagnia agli anziani che vi risiedono.
Anche gli interventi di efficientamento energetico degli edifici attraverso sistemi di gestione domotica potranno beneficiare della detrazione fiscale del 65%: è quanto emerge dal nuovo emendamento approvato alla legge di Stabilità, che estende l’Ecobonus del 65% anche agli interventi per rendere case ed edifici domotici.
Una novità interessante, che punta ad estendere il concetto di “intelligenza energetica” a case, edifici e strutture in generale, con l’obbiettivo di dar vita ad un modo nuovo e intelligente di gestire la casa e, quindi i consumi: disporre di un impianto domotico permette infatti di avere un maggior controllo sulla propria abitazione rimanendo costantemente aggiornati in merito a sprechi e quant’altro per poter ridurre al minimo i consumi, risparmiando sugli importi in bolletta.
Gli interventi di domotica interessati dalla detrazione fiscale del 65%
Sono soggette a detrazione fiscale le spese sostenute per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di “dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda e climatizzazione nelle unità abitative”.
L’Ecobonus, valido fino al 31 dicembre 2016, permetterà di trasformare la propria abitazione in una smart home con un risparmio d’investimento del 65% .
La detrazione, che verrà restituita in 10 anni, potrà anche essere ceduta alle imprese che realizzano gli interventi di efficientamento energetico, nell’ottica di accordare ai condomini una spesa nettamente meno importante, a fronte di un significativo rimborso per l’azienda produttrice.
I vantaggi di una “casa domotica”
Una casa provvista di impianti domotici permette di ottenere un miglioramento sensibile dell’efficienza energetica ottenendo, di riflesso, significativi risparmi sulle utenze finali: grazie all’efficientamento degli impianti idrici, di illuminazione, di riscaldamento e raffreddamento è possibile ottimizzare i consumi generali, e, in definitiva, migliorare la qualità della vita.
Gli impianti domotici permettono quindi di monitorare consumi, sprechi e qualità dell’aria, garantendo, quindi, un maggior benessere per chi abita la casa.
Fonte: www.rinnovabili.it
I nostri servizi di domotica
Ferrazza Automazione Industriale, leader nel settore dell’automazione industriale, progetta e realizza anche sistemi di automazione domestica in grado di migliorare l’efficienza energetica di un edificio e la qualità della vita dei suoi abitanti.
I nostri sistemi domotici si applicano ad una vasta gamma di ambiti, tra cui:
- Sicurezza
- Sistemi di energia
- Riscaldamento
- Ventilazione
- Aria condizionata
- Illuminazione
- Utenze elettriche
- Intrattenimento